domenica 22 maggio 2011

Le Muse hanno soffiato sul mito di Rodolfo Valentino


"RODOLFO VALENTINO. Una mitoloia per immagini"  nacque da una felice intuizione di Chicca Gugliemi Morone, italiana parente scrittrice del "Divo Immortale" della Decima Musa, il Cinema, ed ebbe il battesimo editoriale   durante il Salone del Libro del maggio 1995. Un libro oggi raro, prezioso, conosciuto a livello internazionale nella cerchia di storici, studiosi,collezionisti e  incorregibili fedeli ammiratori.
Il libro ha aperto uno spartiacque nella criticai interpretativa cinematografica  riconoscendo al divo tutta la sua dignità di attore e la fascinazione capace di andare oltre la banalità e il kitsch, come ha messo ben in luce il primo grande Convegno Internazionale su Rodolfo Valentino, tenuto proprio a Torino.
Giuseppe Conte ha dedicato al libro una suggestiva  e acuta introduzione che nel tempo dimostra la sua  dirompente forza mitomodernista.


“…Valentino ebbe dunque un approccio mitico alla vita, e divenne lui stesso un mito. Se a distanza di tanti decenni dalla morte si continua a parlare di lui, e se al di là dei suoi stessi film la sua immagine e il suo nome hanno preso connotati esemplari, e il suo nome stesso una specie di venatura antonomastica, come Adone o Casanova, vuol dire che Valentino non è stato soltanto inventato a Hollywood con la celluloide e la carta di giornale; vuol dire cioè che non è stato soltanto uno di quei tanti “miti d’oggi” mistificanti e falsi di cui ci parla Roland Barthes, ma che ha visto confluire in sé gli elementi oscuri con cui i miti veri, quelli che hanno profondità e anima, da sempre si costruiscono.
A leggere la vicenda di Valentino, gli elementi di mitizzazione sono il sesso, la morte precoce, l’ambiguità.
Valentino seduttore porta in America un modello europeo, una sontuosa sintesi di mediterraneità (il padre e la nascita pugliese) e di aura francese (la madre): un modello che aveva qualcosa di già superato in Europa, dove negli stessi anni impera il Futurismo e il nuovo modello di seduttore, dinamico e anti-sentimentale e imperioso è fornito dal Martinetti di Come si seducono le donne. Semmai c’è in Valentino-Sceicco qualcosa del travestimento sensuoso e languido di certo figure dell’estetismo dannunziano. L’ambiguità della sua bellezza, metamorfica, androgina, fuori tempo; l’ambiguità, il senso di mistero e di sospetto che regna intorno alla sua morte precoce, come per Marilyn Monroe, tanti anni dopo: sono questi i fattori che hanno permesso a Valentino di varcare il tempo, e di essere non soltanto nella storia del cinema, ma nella storia dell’immaginario collettivo novecentesco.
Nelle pagine di questo libro, il lettore troverà una originalissima interpretazione della figura di Valentino: i due autori, Chicca Morone e Antonio Miredi, hanno avuto il coraggio, trattando di un attore di cinema, di un adepto della Decima Musa, di convocare tutte le altre, di inscrivere l’oggetto della loro ricerca (e della loro passione) sotto il patrocinio delle dee che presiedevano, in tempi più felici dei nostri, a tutte le arti. Le Muse, ebbe a dire Borges, sono “ciò che gli Ebrei e Milton chiamarono lo Spirito e la nostra triste mitologia chiama Subcosciente”. La veramente triste mitologia del secolo che muore ha troppo spesso riportato tutto al subcosciente, o inconscio. Oggi noi possiamo rivendicare piuttosto alle Muse uno spazio autonomo di ricchezza, di sovrabbondanza spirituale, o quello spazio “immaginale” che tanto è importante per capire la realtà di ogni nostra iniziativa creativa. Le Muse ridiventano forze viventi, correnti e nodi  di energia, dalla cui luce veniamo chiamati…”
(Dall'Introduzuione di Giuseppe Conte, a "Rodolfo Valentino.Una mitologia per immagini "di Chicca Guglielmi Morone e Antonio Miredi, Libreria Petrini Editore, Torino 1995 )




         Una poco conosciuta fotografia di Rodolfo Gugliemi in arte Rudy Valentino


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