domenica 17 febbraio 2013

LA RISCOPERTA DI "CIAO AMORE CIAO" A SANREMO 2013

                            Luigi Tenco mentre canta a Sanremo "Ciao amore ciao", 1967

Testo di Antonio Miredi

A quasi cinquant'anni di distanza, la canzone "Ciao amore ciao" di Luigi Tenco torna sul palco di Sanremo e sono brividi di autentica emozione e commozione. Una unanime positiva accoglienza di tutto il pubblico, in sala e televisivo, e finalmente una "riscoperta" da parte di chi non la conosceva o, a suo tempo, non l'aveva degnamene apprezzata.
Marco Mengoni l'ha riproposta con profonda sincerità e partecipazione, al punto che tra le  cover di Sanremo Story, è stata l'unica ad avere la piena dignità di "canzone" e non di  amabile divertissement musicale. Marco Mengoni ha fatto rivivere la drammaticità musicale e, soprattutto, del testo, fino a coinvolgere il corpo, con i suoi tremori, la bocca schiumante, lo sguardo "assente" rispetto alla  platea televisiva, ma partecipe di un empatica identificazione verso il dolore di una'anima sola, oltre le luci della finzione.
Per tanto tempo abbiamo sempre sentito dire, da parte di  cantantii, critici e personaggi televisivi, che la canzone bocciata in quel maledetto Sanremo del 1967 non era una bella canzone e che non poteva giustificare il  suicidio dell'intransigente cantautore piemontese.
Tenco cantò la sua canzone ad occhi chiusi, con una drammaticità di stravolta innaturalezza, ma meritava almeno il ripescaggio di quella giuria ristretta  che, anche per calcoli di mercato, aveva preferito una canzone ruffiana e insulsa come "La rivoluzione".
Per molti anni Tenco ha rappresentato "la cattiva coscienza" di Sanremo e della stessa RAI. A distanza di anni, ci fu un tardivo omaggio, ma niente a che vedere con la coraggiosa scelta di riproporre la canzone cantata dal vivo e proprio dal cantante favorito alla vittoria.





                      Marco Mengoni mentre canta a Sanremo "Ciao amore ciao", 2013







     L'audio della canzone live di "Ciao amore ciao",  (  Il video originale sul sito della rai: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media )




                       
                          La versione su disco di Luigi Tenco di "Ciao amore ciao"



…Guardare ogni giorno
se piove o c'e' il sole,
per saper se domani
si vive o si muore
e un bel giorno dire basta e andare via.---




…Andare via lontano
a cercare un altro mondo
dire addio al cortile,
andarsene sognando..


---Saltare cent'anni in un giorno solo,



Luigi Tenco cantò a Sanremo "Ciao amore ciao" insieme alla sua segreta compagna Dalida, la cantante italo-francese che in quelle settimane era al primo posto della classifica italiana con "Bang bang"-
Dalida non aveva bisogno quindi della popolarità di un palcoscenico, pronto col gioco perverso delle eliminazioni, a rimette tutto  in gioco nel mercato musicale.
Dalida per amore di Tenco, volle accettare questo rischio, che probabilmente aveva lascito nel cuore di Luigi Tenco forse  un sottile senso di colpa.
L'esclusione della canzone portò al suicidio di Tenco, e al primo tentativo di suicidio, della stessa Dalida, esattamente un mese dopo la loro esibizione sanremese.
Con amore e anche contro chi   non voleva che Dalida tornasse a cantare "Ciao amore ciao" alla televisione  italiana, monopolio esclusivo della Rai, la grande cantante diva internazionale, l'ha sempre riproposta, con una teatralità gestuale che ancora oggi, nel rivederla in video di archivio televisivo, trasmette una profonda intensità capace  di  toccare le corde più intime dell'anima.
Lo stesso Marco Mengoni ha ricordato che quando ha visto, a distanza di tanti anni, l'interpretazione di Dalida, ha pianto.


     Dalida in una delle sue tante drammatiche riproposizioni di "Ciao amore ciao" nella trasmissione  "Senza Rete", 1970.

Quando Dalida cantava "Ciao amore ciao" faceva teatro delle sue mani nel gesto di nascondere il volto, o di aprirlo alla maniera antica di pregare, con le braccia spalancate in alto e i palmi della mani aperte.
Alla fine della sua esibizione, mentre l'orchestra ancora suonava, girando le spalle al pubblico, prendeva una via di fuga. Quasi per  uno spirituale congiungimento impossibile. Per poi tornare  a ringraziare il suo pubblico, piegandosi, felice di cantare quella tragica canzone della sua e della vita di Tenco.
(Antonio Miredi)

                                     
                                               La versione francese di "Ciao amore ciao"

L'amore di Dalida per "Ciao amore ciao" si tradususe anche con una  versione francese della canzone,  in cui partecipò alla stesura del testo. Una versione diversa da quella scritta da Tenco; più che l'aspetto sociale si evidenzia l'aspetto esistenziale dell'incontro fatale di due anime sole: " Noi siamo due ombre e due solitudini..."



Nous sommes deux ombres
Et deux solitudes
Un grand amour sombre
Dans les habitudes
Et l'on ose à peine
Rompre le silence
Mieux vaudrait la haine
Que l'indifférence
Mais je veux vivre vivre
Je veux qu'on m'aime
 Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao
Ciao amore, ciao amore, ciao amore, ciao

Nous vivons dans du rose
Dans du gris monotone
J'ai besoin d'autre chose
Que d'un chat qui ronronne

Je veux voir le monde
Qu'il soit gai ou triste
Qu'il chante ou qu'il gronde
Pourvu qu'il existe
Je veux voir des villes
Qu'elles soient blanches ou rouges
Et des yeux qui brillent
Et des gens qui bougent
Moi je veux vivre vivre
Comme ceux qui s'aiment
Je te laisse tes livres
La cloche de l'église
La tiédeur de vivre
Dans cette maison grise
Ciao amore...
Paroles: Pierre Delanoé. Musique: L.Tenco   1967 © 1967 Disque Barclay
















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